Sunday 26 August 2012


Interview #2 (a bordo del Vespucci): Sottotenente di Vascello Umberto Vegna

"Spotless!" mi risponde rapida e decisa una signora inglese a cui chiedo un commento sulla visita appena fatta. Spotless, senza la minima macchia. E non posso che condividere.

E' sabato 11 Agosto, sono a Portsmouth, cittadina portuale sulla costa sud dell'Inghilterra, a circa 100km da Londra, per visitare la nave scuola della Marina Militare Italiana, l'Amerigo Vespucci, approdata in UK dal 9 al 13 agosto in una tappa della campagna di istruzione per gli allievi della prima classe dell'Accademia Navale di Livorno, una crociera di addestramento lunga circa tre mesi, da Luglio a Settembre, e che tocca diversi porti europei.

La nave, un veliero con motore ispirato ai vascelli ottocenteschi, è veramente molto affascinante e di grande impatto visivo; il rigore militare che si fa bellezza estetica: parti metalliche che riescono a brillare anche sotto la pallida luce inglese, corrimano lucidissimi, una ragnatela infinita di cime che raccontano in silenzio la complessità intrinseca di una nave a vela, il tutto disposto con un ordine assoluto, quasi maniacale, del quale però chiunque abbia navigato anche solo un po' riconosce l'importanza funzionale.

Tutto questo ovviamente ha un prezzo e, come ci racconta il Sottotenente di Vascello Umberto Vegna, "Il ponte, in teak, ha bisogno di una continua manutenzione, viene lavato con soda caustica e spazzolato tre volte al giorno per evitare che la salsedine possa danneggiarlo; le vele sono in tela olona, un materiale non sintetico, quindi delicato, che ha bisogno di particolare cura e manutenzione; le cime sono in fibra vegetale - tranne i cavi di ormeggio che sono in fibra sintetica per motivi di sicurezza - e necessitano di essere sciacquate durante l'attività e sostituite ogni anno". Ma, specifica, "è tutto voluto perché la nave Vespucci rappresenta la tradizione italiana e non sarebbe lo stesso vederla, ad esempio, con cime in fibra in nylon o con dei winch".

Il concetto della tradizione è anche legato ad aspetti educativi, a favore dei cadetti che hanno superato il primo anno dell'Accademia Navale di Livorno. Un centinaio tra ragazzi e ragazze alle prese con la loro prima esperienza pratica di navigazione militare, ed infatti continua il Sottotenente, "le manovre fatte a mano servono per capire che per aprire una vela quadra, per manovrare, per ruotare pennoni bisogna lavorare in team, ci vogliono 30 persone."

I cadetti in realtà si sommano all'equipaggio della nave Vespucci che conta già circa trecento persone, per un totale di circa quattrocento.

E quanto è difficile la vita di bordo con così tante persone?

"La crociera addestrativa è il primo approccio che gli allievi hanno con la vita reale di bordo, un'esperienza che serve a completare l'attività teorica svolta in Accademia. Questo consente di fornire una visione a 360 gradi, un'esperienza durante la quale si capiscono quali sono le esigenze della nave, ma si sperimentano anche il lavorare in team, l'essere sotto stress ed il dormire poco".

Perché, quanto dormite?

"Dipende dai turni, i periodi di esercitazioni sono un po' più duri. Gli allievi dormono in amaca, è la tradizione, è una sistemazione logistica che può essere considerata un po' sacrificata (in effetti per me, pigro civile, l'amaca è ottima per un riposino pomeridiano ma l'idea di dormirci per 3 mesi non mi affascina, chiusa parentesi), ma è molto formativa perché riesce a creare lo spirito di gruppo: vivere a stretto contatto tutti insieme e riuscire in team a portare avanti determinati lavori".

Quali sono le attività svolte dai cadetti?

I cadetti, in navigazione, vengono suddivisi in squadre per garantire 24 ore su 24 tutte le attività della nave, squadre che hanno dei compiti ben definiti e che a turno vengono svolti da tutti: fare il briefing operativo, controllare lo stato delle macchine, la situazione della cambusa... Tutti vivono attivamente quella che è la nave, vengono integrati ed affiancati dal personale di bordo, che trasmette le nozioni che servono per i vari reparti, che sia il sistema nave per quanto riguarda la propulsione o gli impianti di sicurezza, o la gestione delle emergenze, antincendio, damage control, tutte attività che vengono svolte ogni giorno più volte al giorno da tutte le squadre".

E qui in UK quali attività avete svolto? C'è qualche relazione con la chiusura delle Olimpiadi proprio questo week end?

"Ne abbiamo approfittato per "unire" la campagna addestrativa degli allievi con l'attività diplomatica svolta dalla nave; abbiamo delle delegazioni di ufficiali, sottufficiali, marinai ed allievi che vanno a Londra; sono venuti in visita l'ambasciatore italiano a Londra e rappresentanti della Corona; ci sono inoltre attività di rappresentanza a bordo con delegazioni delle comunità italiane, come ad esempio l'Associazione Amerigo Vespucci e l'Associazione Fiorentini nel Mondo".

Si, perché, aggiungo io campanilisticamente, Amerigo Vespucci era Toscano, di Firenze, ricco figlio di notaio ricco (quando si dicono le tradizioni e la potenza delle corporazioni... Amerigo dette i suoi primi vagiti nel 1454).

Comunque, dopo questa chiaccherata col Sottotenente, mi sono reso conto di quanto la nave Vespucci porti in giro per il mondo una certa idea di Italia, efficiente, competente ed elegante che rappresenta forse più quello che vorremmo essere che quello che siamo. Ma le icone servono anche a quello, a indicare la via, anzi, in questo caso, la rotta.

Per chi fosse interessato, le prossime tappe toccate dalla campagna addestrativa sono:
- Dublino dal 23 al 27 Agosto
- Lisbona dal 4 al 7 Settembre
- Valencia dal 14 al 17 Settembre
Rientro a Livorno il 21 Settembre

Saturday 18 August 2012


Iconic

Il Big Ben, la London Eye, le White Cliffs of Dover, il colore rosso del Routemaster (il bus a due piani) ma anche il Routemaster stesso, la Mini (magari quella originale) o, per non limitare lo sguardo all'Inghilterra, il cavallino della Ferrari, i cerchi olimpici, la linea tuttora moderna del Concorde, la Tour Eiffel.

Tutte immagini rappresentative, riconoscibili, uniche, iconiche potremmo semplicemente dire, anche se, almeno io, in italiano questo aggettivo non lo uso mai.

Qualche settimana fa, mentre esploravo con passo lento i libri di una bella libreria di Bath, mi sono imbattuto in uno, la cui fascetta furbamente sottolineava "prima edizione firmata" e non ho resistito all'acquisto di impulso.

Perché la mini non è (stata?) meno iconic della Mini!

Thursday 9 August 2012


Proud

Se vi chiedessero di progettare la zona olimpica, cosa mettereste tra la stazione della metropolitana ed il villaggio olimpico?

a) niente, l'accesso deve essere il più rapido possibile
b) dei megaschermi, così le persone si pregustano l'atmosfera già da fuori
c) dei tendoni dove i bambini possono giocare alcuni sport olimpici
d) uno spropositatamente grande centro commerciale

Se avete risposto d siete in linea con le scelte reali: un bel centro commerciale, con tanti bei negozi, in cui spennare il consenziente visitatore olimpico.

Come, ad esempio, il sottoscritto, che, non avendo un biglietto olimpico, non ha resistito alla sua mini esperienza olimpica andando a vedere, qualche mese fa, il villaggio olimpico dalla finestra dello shop olimpico.

E lì, mentre come tutti si esaltava per un insieme di oggetti ai quali, in circostanze comuni, non avrebbe dedicato neppure un minuto, dal comune cappellino all'anonimo ombrello, tutti elevati grazie al magico loghino al rango di imperdibili memorabilia olimpici, ha visto in bella mostra questo cartello:

Insomma il Comitato Olimpico ha deciso che lo shop olimpico, ma immagino tutto il villaggio olimpico, è orgoglioso di accettare solo ed esclusivamente carte di credito Visa.

Come in un telefilm poliziesco americano, durante la fase di giuramento in tribunale; già me lo vedo il dialogo tra il rappresentante del comitato olimpico, in piedi, alla sbarra, con la mano poggiata sulla carta di plastica e di fronte a lui il CEO della Visa: Promette di accettare Visa, solo Visa, nient'altro che Visa? Dica lo giuro. Lo Giuro.

Se si vuole dare ancora un senso alle parole, anche mettendo da parte gli sbandierati valori olimpici ai quali ormai nessuno fa più neppure finta di credere, se proprio bisogna pagare pegno agli sponsor (e forse giustamente visto la quantità di denaro che investono non certo per scopi filantropici) perché non dire semplicemente "London2012 shop accepts only Visa and cash". Semplice, pulito, onesto. Cosa c'entra l'orgoglio?

Anche perché, la previsione è facile, se tra quattro anni un diverso gruppo bancario proporrà un migliore contratto, troveremo un cartello rivendicante che Rio2016 shop proudly accepts only MasterCard (o Amex, tanto sono solo loro tre).

Viviamo in tempi di precarietà ed anche i motivi di orgoglio sono diventati a tempo determinato: contratto a 4 anni con possibilità di rinnovo a scadenza. Come l'affitto. L'affitto olimpico.

Saturday 4 August 2012


And the winner is...

Dopo solo una settimana dall'inizio dei Giochi, sono lieto di condividere con voi chi sarà, anzi chi già è, la Nazione vincitrice di queste Olimpiadi.

Ladies and Gentlemen, the winner is: 中國 o, come ci piace scrivere a noi, la Cina. Senza possibilità di errore o controprova.

Come lo so? Basta andare in un qualsiasi shop olimpico: stickers made in China, magliette made in China, tazze made in China, matite, borsoni, asciugamani, pupazzetti, portachiavi, marsupi, spillette, ombrelli, macchinine; tutto rigorosamente, esclusivamente, made in China.

Poi forse, come ciliegina sulla torta, la Cina sarà anche la prima Nazione nel medagliere. Ma l'Olimpiade vera, quella del denaro, il vero driver di tutto, è già stata ampiamente vinta a tavolino.

Perché, con buona pace per Pierre de Frédy, Baron de Coubertin, di cui tra l'altro il prossimo anno cade il 150° della nascita - buono a sapersi per lucrare un po' sull'anniversario - lo spirito olimpico ormai è uno spirito economico.

PS: disicanto e rigetto consumistico post visita, con relativo immancabile bulimico acquisto di oggettistica varia, di uno dei tanti shop olimpici...